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Turchi dopo 10 anni non è più il preside del Profagri Salerno, da imprenditore produrrà l’Aglianico “Rosso di Boss” Attualità Economia 

Turchi dopo 10 anni non è più il preside del Profagri Salerno, da imprenditore produrrà l’Aglianico “Rosso di Boss”

Imminente il rientro in classe nelle scuole campane ma quest’anno quando suonerà la prima campanella dell’anno scolastico 2023/24 ad attendere gli studenti dell’Istituto Profagri non ci sarà più il Preside Alessandro Turchi che proprio ieri ha lasciato il suo ufficio alla nuova dirigente Carmela Santarcangelo. Dopo 42 anni di onorato servizio a favore dell’istituzione scolastica, Alessandro Turchi va in pensione ma resta nel cuore di tutti, studenti e docenti, che in svariate occasioni hanno ricordato la sua onestà intellettuale, la lungimiranza e la lucidità nelle decisioni importanti, la disponibilità al dialogo e la capacità di ascolto profusa verso i ragazzi. Alessandro Turchi, con tenacia instancabile, ha sempre lavorato affinchè la scuola interagisse con il territorio promuovendo più volte progetti ambiziosi come la realizzazione di tre etichette di vino, di una innovativa vertical farm, per citarne solo alcuni, e poi ha dato un forte impulso all’ampliamento
del numero di sedi (ad oggi 7 attive) fino ad attestare il Profagri come unico istituto campano che si occupa esclusivamente di agricoltura. L’elenco sarebbe lungo: quello che è certo è che, senza di lui, il Profagri (la cui paternità della denominazione è da attribuire allo stesso Turchi) non avrebbe raggiunto i risultati che ha oggi, con tantissimi iscritti e una considerazione unanime nel territorio
campano. Insomma una presenza costante, preparata e attenta dal 2013 ad oggi, che ha saputo guidare la scuola in mezzo al mare tempestoso della pandemia e del disinteresse diffuso dell’opinione pubblica. Infatti come lui stesso sottolinea, “Oggi la funzione educativa dell’istituzione scolastica è fondamentale anche se di fronte ai tanti disagi che vivono le famiglie
moderne, la scuola continua a declinare l’invito ad essere comunità educante. Mi dispiace assistere ad un forte disinteresse da parte delle Istituzioni e della pubblica opinione rispetto al tema Scuola, nonostante si registrino in Italia la più bassa percentuale di diplomati e laureati. La scuola purtroppo viene vista solo come un pass-partout per accedere al mondo del lavoro ma andrebbe considerata innanzitutto nelle sue funzioni di formazione e cultura”. L’ex preside lancia un appello, corredato da una significativa valutazione: “la scuola è un luogo
complesso e ricco, fatto certamente di organizzazione, normative, strutture, contenuti – ma soprattutto fatto di relazioni. È sulla relazione buona che si può costruire tutto il resto. E nella
relazione è importante vedere l’altro per come è. Ma è ancora più importante saper vedere quello che l’altro potrà essere, quello che ancora forse non è ma che può diventare. L’augurio che faccio a tutto il corpo docente e agli studenti è di continuare ad abbracciare con ardore ed entusiasmo le attività che saranno chiamati a svolgere, pur con il cambio di dirigenza.” Un messaggio carico di speranza per il domani ma anche di preoccupazione sul ruolo della scuola nel nostro Paese, alla
quale secondo Turchi non viene data la “giusta attenzione”.​Ma se da un lato Alessandro Turchi è toccato da un profondo senso di malinconia per dover lasciarela grande famiglia scolastica, dall’altro è entusiasta per i tanti progetti che già ha in cantiere. E
quando lascia le vesti di Preside per ritornare uomo e imprenditore, la malinconia nei suoi occhi scompare per dare spazio ad una luce diversa, carica di energia. Senza tradire la sua naturale vocazione imprenditoriale e propensione alla managerialità, Alessandro Turchi ci parla del suo
nuovo progetto “Rosso di Boss”. Infatti si è subito lanciato in una nuova sfida che lo vede nei panni di produttore di un vino 100% aglianico. “Rosso di Boss è l’interpretazione, personale e profonda,
di un vino prestigioso e tradizionale come l’Aglianico. Rosso di Boss è una avventura che nasce esclusivamente dalla mia passione per il vino rosso, per le cose buone e fatte bene, per la voglia di condividere con gli amici i momenti e le aspettative di una vita di qualità. Rosso di Boss è un percorso, che si dipanerà giorno per giorno, verso un futuro senza limiti.”Rosso di Boss, oltre ad essere un’etichetta di vino, è anche la denominazione diun’associazione
culturale che, periodicamente, organizza eventi, degustazioni e incontri con scrittori e artisti. In Vino Civitas, in programma il prossimo 21 ottobre, sarà la prima occasione importante per
conoscere questo nuovo progetto e, perché no, degustare qualche sorso di buon vino.

 

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